


ORIGINE E CENNI DI BOTANICA
Il grano saraceno o grano nero, è una pianta spontanea, resistente, versatile, originaria della Siberia e della Manciuria o probabilmente della Cina e dell’India. Fu introdotto in Occidente nel medioevo probabilmente ad opera dei Turchi.
CARATTERISTICHE E PROPRIETA’ NUTRIZIONALI
Il grano saraceno è conosciuto come il grano della salute per eccellenza.



Ha un basso indice glicemico ed è ricca di fibra sia solubile che insolubile.
Inoltre, il grano saraceno è ricco di sostanze antiossidanti come la quercetina, il resveratrolo, la rutina. Quest’ultima sarebbe in grado di rinforzare e proteggere le pareti dei vasi sanguigni, migliorare l’elasticità dei capillari, ridurre la pressione sanguigna. Inoltre, la rutina vanta proprietà antiossidanti e antitrombotiche (previene la formazione di trombi). Il grano saraceno sarebbe utile anche per la prevenzione del diabete di tipo 2, grazie al suo contenuto di chiroinositolo, una sostanza che sembra aumentare la sensibilità delle cellule all’insulina.
USI ALIMENTARI DEL GRANO SARACENO
Da sola può essere impiegata per la produzione di dolci, biscotti, pasta fresca o secca (esempi sono i Soba giapponesi e i Pizzoccheri valtellinesi).

Dal grano saraceno può essere ottenuta una birra priva di glutine adatta ai celiaci. Le foglie ricche di rutina, possono essere impiegate per preparare degli infusi. Infine, i fiori del grano saraceno producono un nettare gustoso per le api e da cui viene ricavato un miele con un caratteristico colore scuro, un gusto deciso e con proprietà antiossidanti, antibatteriche, antinfiammatorie e sedative della tosse.
IL GRANO SARACENO PUO’ ESSERE CONSIDERATO UN CEREALE?
Molto spesso, il grano saraceno viene definito finto cereale, pseudo cereale. Il grano saraceno non appartiene alla famiglia delle Graminacee come il frumento, l’orzo, ma a quella delle Polygonaceae.



Può essere considerato un cereale vero e proprio dal momento che il termine "cereale" non è un termine scientifico ma piuttosto storico-letterario. Il termine cereale deriva dal latino Cerere, che nella religione romana era la dea della terra, della fertilità, dell’agricoltura e prorettrice dei raccolti (identificata con la dea greca Demetra).
Per definizione i cereali sono "piante erbacee (per lo più graminacee, ma anche poligonacee, come il grano saraceno), coltivate per il valore nutritivo dei frutti, o dell’intera pianta come foraggera; tra i più importanti: il grano o frumento, il riso, il mais o granoturco, l’orzo, l’avena, la segale, il sorgo o saggina, ecc." (Fonte Treccani).